Il fumetto è firmato dal fumettista Otto Gabos, il quale organizza il suo racconto su due piani narrativi che si uniscono nella mente del lettore durante la lettura: da un lato c’è il racconto in prima persona da parte di Egon Schiele , che descrive i momenti fondamentali della propria vita, dall’altro la narrazione è in terza persona per ricostruire l’ambiente storico e culturale dell’epoca.
L’elemento principale della graphic novel è la figura umana, anzi il corpo, sentito come mezzo e come opera. Lo sguardo del pittore non è pornografico, ma in realtà punta alla ricerca del ritratto perfetto e ciò lo avvicina quasi a uno scienziato che con i suoi esperimenti esamina la natura e la realtà. È proprio l’artista a raccontare la sua vita in prima persona e grazie ai flashback riviviamo le sue passioni giovanili, i primi protagonisti dei suoi disegni e i primi turbamenti nel percepire il mondo inquieto. Al tempo stesso si rivive l’ambiente culturale dell’epoca e l’esplorazione dell’erotismo attraverso le sue donne, le sue muse ispiratrici, immortalate nei suoi disegni: Gerti, Wally, la ballerina Moa e il suo compagno Mine van Osen.
Questa graphic novel non è una semplice biografia, ma si concentra sulle ossessioni che hanno accompagnato la vita e l’arte di Schiele e leggendo il fumetto si percepisce la passione, il tormento e la riverenza, che hanno caratterizzato sia l’arte di Egon Schiele sia il lavoro di Otto Gabos nella creazione di quest’opera.