Antoon Van Dyck è stato uno dei più importanti pittori fiamminghi che ha operato nel 600 tra le Fiandre, l’Italia e l’Inghilterra. Ma per cosa si distingue la sua arte rispetto ai suoi colleghi? La sua fama è legata soprattutto alla ritrattistica, specialmente del patriziato genovese: i protagonisti sono riprodotti a figura intera, davanti ad architetture o a drappeggi ( National Galleries Scotland ).
Nel corso della sua evoluzione artistica inizia anche a realizzare ritratti a figura intera seduta, ritratti equestri e ritratti di gruppo. Perché sono così importanti i suoi ritratti? Nei suoi ritratti l’artista olandese vuole rappresentare l’autorevolezza del personaggio, sottolineandone la posizione e la potenza che la persona ricopre nella società. Inoltre, i suoi ritratti si distinguono per la naturalezza e spontaneità dei gesti, per l’eccessiva cura nella resa dei tessuti, dei tendaggi e delle decorazioni dello sfondo, per le atmosfere intense e affascinanti e per la sua attenta osservazione della personalità ( National Gallery of Art ).
Le prime opere risentono, per luce e costruzione pittorica, del realismo caravaggesco e la pennellata è più densa e nervosa, tendente al virtuosismo, ma dopo il viaggio di formazione e approfondimento in Italia (tappa obbligata per chiunque volesse dilettarsi di pittura), affina la sua tecnica del ritratto, facendola diventare più armonica nella linea e più morbida nel colore. Invece, durante il periodo inglese, Van Dyck lascia il posto ad un’intonazione più nostalgica con figure spesso inserite in un paesaggio aperto. Van Dyck è ricordato principalmente per essere stato un pittore di corte, con l’obiettivo di far emergere nelle sue opere il rapporto che l’artista ha intrattenuto con le corti europee, divenendo una testimonianza dello sfarzoso mondo seicentesco.