Artista chiave del XX secolo, Yves Klein lascia un'impronta considerevole nell'arte contemporanea: in appena 34 anni di vita e in soli 7 anni di attività, l’artista francese ci ha lasciato più di mille opere. Pur sperimentando la scultura ( yvesklein.com ), la pittura, la scrittura, la musica e pur praticando judo, il suo nome rimane legato al colore blu oltremare (International Klein Blue), che brevetta nel 1960. È un blu intenso, opaco e lucido allo stesso tempo, nato dalla miscela di una resina sintetica con pigmento blu ( Museo Guggenheim ). È a Nizza, mentre contempla il cielo, che ha avuto l'idea di creare il colore più puro possibile.
Attraverso le sue opere, Klein porta lo spettatore alla contemplazione dell’infinito, dell’immateriale e della sensazione di vuoto, che esprime l’unione tra il cielo e la terra senza un confine che li separa. Per l'artista il vuoto permette di rappresentare la sua sensibilità artistica anche se non è né visibile ad occhio nudo e né palpabile al tatto, ma è soprattutto spirituale e intellettuale. Yves Klein esplora il concetto di vuoto e di intangibile anche nel mondo della musica sperimentando una sinfonia di 40 minuti in cui viene suonata una sola nota, il Re. Questa sinfonia accompagna l'esecuzione di Anthropométries, una performance in cui delle modelle vengono “immerse” in una vernice blu e poi fatte sdraiare sulla tela per imprimervi il profilo del corpo.
Nelle sue opere, Klein esprime un'idea di purezza orientale, essenziale ed estrema, con l'intenzione di giungere all'universalità che l’artista ha sempre inseguito, nell'arte e nella vita, ricercandola nella natura e nella trasformazione degli eventi quando allestisce i primi happening della storia dell'arte moderna.