Nel mezzo del cammin di nostra vita… ci ritrovammo nel 1480, nella dimora del maestro Sandro Botticelli , membro del circolo neoplatonico fiorentino, alle prese con una commissione importante affidatagli da Pierfrancesco de’ Medici, cugino di Lorenzo il Magnifico. Cosa doveva realizzare di così importante? Illustrare su carta ciò che Dante Alighieri aveva immaginato nella sua opera maggiore: la Divina Commedia .
Nei successivi 15 anni il celebre artista produsse 100 disegni su pergamena, ricostruendo tutti i Canti ed una mappa introduttiva dell’Inferno, che fungeva da frontespizio. Purtroppo, solo 92 illustrazioni ci sono pervenute: 85 pergamene sono conservate al Kupferstichkabinett di Berlino mentre le altre 7 sono custodite nella Biblioteca Apostolica Vaticana. Tra i disegni più noti vi sono La voragine infernale e l’Inferno Canto I, che sono stati disegnati rispettivamente sul fronte e sul retro di uno stesso foglio di pergamena, Il grande Satana, che occupa un foglio doppio, e l’Inferno Canto X, che presenta un principio di colorazione nelle vesti dei personaggi.
L’unico disegno che può dirsi completato interamente è quello de La voragine infernale, che rappresenta globalmente l’Inferno dantesco come un grande imbuto costituito da elementi architettonici e da figure in miniatura, insomma una “summa” delle scene dell’Inferno. Per quanto concerne la tecnica, l’artista ha utilizzato lo stilo d’argento con piombo per le linee basilari della composizione, la penna e l’inchiostro color ocra, oro e nero per definire i contorni. L’idea dell’artista era quella di ricreare un viaggio itinerante, evidenziando gli spostamenti del sommo poeta, ma soprattutto di ricostruire fedelmente la mappa dei canti infernali.