Quando leggiamo o sentiamo l'espressione Abracadabra, pensiamo immediatamente a incantesimi, magia, insomma alla stregoneria. Sebbene molti maghi usino questa parola nei loro spettacoli, bisogna dire che non è un'invenzione moderna.
Alcuni studiosi sostengono che la parola derivi dal greco, dal latino oppure dall'aramaico “avra gavra” (io creo mentre parlo), frase pronunciata probabilmente da Dio sul sesto giorno della Creazione. Ma nessuna prova documentaria conferma nessuna di queste ipotesi. Ma allora chi ha menzionato per la prima volta ABRACADABRA? Sembra che sia stata riportata per la prima volta in un poema medico-didattico, tra la fine del II e l'inizio del III secolo d.C., intitolato Liber Medicinalis, detto anche De medicine praecepta saluberrima, scritto da Quinto Sereno Sammonico. Nel poema ci sono diversi rimedi popolari e anche formule magiche, tra cui la parola Abracadabra, che lo studioso consiglia di utilizzare per curare la febbre acuta.
Inoltre, consiglia di recitare una formula speciale seguendo delle azioni specifiche: scrivere la parola Abracadabra su un foglio, ripeterla molte volte, eliminare l’ultima lettera di ogni riga fino a lasciare le lettere in modo che formino un triangolo. Da allora il suo uso si è diffuso in tutto l'Impero Romano, per poi passare al folklore popolare nel Medioevo, ma col tempo questa parola, che inizialmente aveva un carattere magico-medico, ha iniziato ad essere usata nei racconti popolari per qualcosa di totalmente diverso: far apparire o scomparire qualcosa per mezzo di un incanto.