Decameron

Cosa ha spinto  Giovanni Boccaccio  a scrivere quello che poi è diventato il suo capolavoro? Siamo nel 1349 e l’Europa è stata da poco colpita da una grave pandemia di peste nera che ha coinvolto anche Firenze, per cui lo scrittore immagina che un gruppo di dieci giovani, composto da sette donne e tre uomini, decide di lasciare la città per ritirarsi in una villa di campagna per dieci giorni al fine di narrarsi delle novelle per passare il tempo. Il ricorrente numero dieci deriva dal nome del titolo, che a sua volta discende dai due termini greci déka (dieci) ed hēméra, (giorno), quindi “dieci giorni”. Ma a chi è destinata quest’opera? Questa raccolta di cento novelle non è dedicata ad una donna in particolare, ma a tutte le donne alto-borghesi che non possono e non hanno modo di trovare “svago” come gli uomini, se non attraverso la lettura.

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Il tema principale, oltre a quello avventuroso e religioso, è quello dell’amore, affrontato in tutte le sue sfaccettature: a volte comico, altre casto o idealizzato, altre volte struggente, passionale e carnale. Per quest'ultimo aspetto, il libro è stato tacciato di immoralità e di scandalo e quindi è stato anche censurato e inserito, nei secoli successivi, nell’Indice dei libri proibiti, istituito nel 1559 dalla Santa Inquisizione.