Vivian Maier: una bambinaia elevata a fotografa

Vivian Maier, un nome che sta facendo tanto rumore da diverso tempo e che purtroppo non ha potuto vivere di persona il successo che sta avendo. Ma come può una bambinaia americana di origini francesi essere stata elevata a fotografa? Tutto è partito nel 2007 e precisamente dal ritrovamento di una cassa contente una vasta quantità di negativi e rullini ancora da sviluppare da parte del regista John Maloof, il quale approfondì la ricerca sull’autrice. È venuto fuori che si tratta di Vivian Maier, una donna che per mantenersi ha lavorato come bambinaia presso diverse famiglie tra Chicago e New York, per poi cadere in povertà e morire nel 2009 in una casa di cura.

Vivian Maier - foto 1

La sua professione di bambinaia la portava a trascorrere molto tempo per le strade del Bronx insieme ai bambini e questo le ha permesso di imparare a conoscere la città attraverso la fotografia documentaria, divenendo un’antesignana dello “street photography” ( vivianmaier.com ). Vivian Maier rappresenta la realtà quotidiana e i protagonisti delle sue fotografie sono persone che incontra nei quartieri più degradati delle città, frammenti di una vita e momenti catturati nella loro semplicità. Nella serie di autoritratti, la Maier si ritrae su superfici riflettenti, come specchi o vetrine di negozi, con la macchina fotografica appesa al collo. Ogni autoritratto di Vivian Maier è una testimonianza della sua presenza in quel determinato luogo e in quel particolare momento. Il suo tratto distintivo, che è diventato poi una sorta firma nei suoi autoritratti, è la sua ombra, quella silhouette che si allunga a terra e che ha la capacità di rendere presente ciò che è assente. Infatti, sebbene l’ombra mostri l’esistenza di un soggetto, allo stesso tempo ne annulla la presenza.

Vivian Maier - foto 2
Vivian Maier - foto 3

Per scattare le sue foto usa una macchina fotografica Rolleiflex 6x6 e un apparecchio Leica IIIc. Quella di Vivian Maier è una produzione vastissima che non aveva mai condiviso con nessuno, neanche con le persone che amava, ma con la riscoperta di John Maloof diverse gallerie e musei nel mondo hanno ospitato mostre dedicate a Vivian Maier.